Via Roma
Questa volta a fare da guida all'esposizione è un piccolo libro di Gesualdo Bufalino (piccolo perché di poche pagine, ma grande per l'impareggiabile bellezza delle descrizioni che contiene). “Museo d'ombre” è il titolo del libro, che si apre con questo prologo:
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Attraverso immagini, oggetti, la ricostruzione di antiche botteghe artigiane (la “varbaria” di una volta, la sartoria, la falegnameria), sono tra l'altro rievocati tanti mestieri ormai irrimediabilmente scomparsi: “lu ferrascecchi”, l'arrotino, “lu vanniaturi”, “lu fumiraru”, “lu carrittiari”, il cantastorie, “l'alliccacantari” e così via.
I commenti di Gesualdo Bufalino, molto arguti ma sempre sottesi di dolente nostalgia, sono l'elemento distintivo di questo museo, diverso dagli altri, perché è soprattutto un museo da leggere, oltre che – naturalmente – da vedere.
Non meno piacevoli ed interessanti sono anche alcuni commenti di Andrea Camilleri e Giuseppe Bonaviri.
Anche in questo museo la visita è accompagnata da un sottofondo musicale di canti popolari “d'amuri e di sdegnu”.
Di seguito, una poesia e i testi di alcune canzoni in dialetto.
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